L’assemblea nazionale di Sel certifica la chiusura totale nei
confronti del governo Renzi, ma non senza che il partito sia
attraversato da parecchie tensioni da parte di chi non accetta di buon grado la
decisione e mostra anche scetticismo nei confronti dell’apertura verso la lista Tsipras in vista delle elezioni europee. Partiamo però dal governo
Renzi, le parole di Vendola sono state chiare: “Saremo all’opposizione del
governo, il segretario Pd ha dissipato un intero patrimonio di credibilità”.
Una visione dei fatti che concorda con quanto registrato dai sondaggi politici.
Una minima
apertura riguarda solo la possibile “valutazione” di quanto il nuovo governo
saprà fare “di buono su temi che ci sono sensibili”. Una posizione che non ha
registrato contrarietà esplicite - nel senso che nessuna ha proposta una
mozione che andasse in una direzione diversa - ma non per questo sono mancati i
distinguo da parte di coloro i quali avrebberopreferito un dialogo con il Pd. Tra questi uno dei big di Sel, Claudio Fava: “Così ci rinchiudiamo in un recinto,
vedere Letta e Renzi come uguali ci obbliga alla redisualità”. Probabile che la
visione di Vendola sia contraria: la delusione degli elettori Pd nei confronti
della nascita del governo Renzi potrebbe invece far aumentare i consensi di
Sel.
E così, anche in Sel nasce una minoranza interna, che si può contare grazie ai voti
contrari alla linea decisa in vista delle Europee, che punta sulla lista
Tsipras. Contrari a questa linea si sono detti 18 deputati su 36, il cui emendamento
ha però raccolto solo 51 firme su 260. Quanto basta però per sancire la
nascita di una corrente secondo la quale così facendo si rischia solo di
allontanarsi dal Pse.
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